In caso di accettazione di eredità con beneficio di inventario da parte dei chiamati all’eredità si attivano una serie di procedure per quanto riguarda il pagamento dei debiti ereditari e della imposta di successione.
Su questo argomento è intervenuta la Sezione Tributaria della Cassazione, con la sentenza n. 11458 dell’11 maggio 2018 (allegata alla presente) , che chiarisce quali sono gli effetti del beneficio d’inventario nei confronti del Fisco.
Si ricorda che a seguito dell’apertura della successione, gli eredi hanno a disposizione le seguenti possibilità:
- rinunciare all’eredità;
- accettare puramente e semplicemente;
- accettare con beneficio d’inventario.
Il beneficio d’inventario è previsto dall’art. 484 c.c. per effetto del quale colui che accetta l’eredità mantiene distinto il proprio patrimonio personale da quello del defunto e pertanto potrà essere chiamato a rispondere dei debiti ereditari e dei legati solo nei limiti di quanto ricevuto per successione.
Accettazione beneficiata e termine di pagamento dell’imposta di successione
La limitazione della responsabilità dell’erede per i debiti ereditari, derivante dall’accettazione dell’eredità con beneficio d’inventario, è opponibile a qualsiasi creditore, compreso l’Erario.
Con riferimento, quindi, all’imposta di successione, anche se liquidata nei confronti dell’erede, essa non potrà essere richiesta sino a quando non si sia chiusa la procedura di liquidazione dei debiti ereditari e sempre che sussista un residuo attivo in favore dell’erede da sottoporre pertanto a tassazione.
In altre parole, il credito dell’Erario relativo all’imposta di successione sorge nei confronti dell’erede in relazione a quanto residua e solo a seguito della definitività dello stato di graduazione.
Il beneficio d’inventario è uno strumento che la legge mette a disposizione del futuro erede per la gestione di eredità gravate da debiti e passività ma, per poter funzionare, richiede l’osservanza di precise formalità indicate espressamente dalla legge stessa.
Il mancato rispetto di tali prescrizioni può comportare la decadenza dal beneficio con conseguenze economiche anche estremamente gravi per l’erede.