Il Decreto Aree Idonee è un provvedimento ministeriale pubblicato il 21 giugno 2024, che stabilisce i principi e i criteri per individuare le superfici e le aree idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili. Questo decreto è stato emanato in attuazione dell’articolo 20 del D.Lgs. n. 199/2021, che mira a definire le aree in cui gli impianti di energia rinnovabile possono essere realizzati.

Le aree idonee per il rinnovamento energetico dipendono da vari fattori, tra cui la disponibilità di risorse naturali, le condizioni climatiche e le infrastrutture esistenti. Alcune delle aree più adatte al rinnovamento energetico includono:

Zone geotermiche: Alcune regioni hanno attività geotermica naturale che può essere sfruttata per produrre energia.

Zone con alta insolazione: Queste aree ricevono molta luce solare durante l’anno, rendendole ideali per l’energia solare.

Zone con forti venti costanti: Le aree costiere e le pianure aperte spesso hanno venti forti e costanti, perfetti per le turbine eoliche.

Zone con risorse idriche: Le aree con fiumi o laghi possono sfruttare l’energia idroelettrica.

Il decreto è stato recentemente oggetto di una sospensione parziale da parte del Consiglio di Stato, che ha sospeso l’articolo 7, comma 2, lettera c), che dava alle Regioni il potere di escludere alcune aree già classificate come idonee. Questa sospensione è temporanea e durerà fino al 5 febbraio 2025, in attesa della decisione finale del TAR

Le ragioni della sospensione parziale del Decreto Aree Idonee da parte del Consiglio di Stato sono le seguenti:

  1. Non Conformità Normativa: Il Consiglio di Stato ha ritenuto che la norma sospesa (art. 7, comma 2, lettera c) non fosse pienamente conforme all’art. 20, comma 8, del decreto legislativo n. 199/2021, che già definisce le aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili.
  2. Incertezza Normativa: La disposizione sospesa potrebbe introdurre incertezze in un quadro normativo già definito, contravvenendo agli obiettivi di semplificazione previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
  3. Pericolo di Danno: Il Consiglio di Stato ha considerato che la mancanza di tutela cautelare potrebbe comportare un danno irreparabile per l’impresa, poiché le decisioni legislative regionali potrebbero rendere i progetti non più realizzabili.
  4. Autonomia Legislativa delle Regioni: La sospensione è stata decisa tenendo conto dell’autonomia legislativa delle Regioni, ma sottolineando che questa deve avvenire nel rispetto della normativa nazionale vigente.

Queste ragioni hanno portato il Consiglio di Stato a sospendere la norma contestata fino alla decisione di merito prevista per il 5 febbraio 2025.

Allegata l’Ordinanza del CdS

CONSIGLIO DI STATO